Lo Spirito del Pavonefarfalla e la piccola Scimmia a testa in giù. Un racconto onirico
- Verso Di Noi
- 19 apr 2024
- Tempo di lettura: 5 min

Da un sogno del 16 Aprile 2024 scritto in racconto il 20 Aprile 2024
Quando l' idea della libertà interiore venne a bussare alla mia porta sotto la forma di un bel ragazzo viaggiatore e dal cuore inquieto, come chi non sa trovare quello che sta cercando, perché la sua idea di perfezione spirituale è sempre un poco più avanti di ciò che si sente di essere,
dentro sentii un sussulto e profonda ammirazione.
Era un ragazzo selvaggio, alto, moro, con gli occhi neri come il petrolio, languidi di profondità, ma irrequieti come un mare in tempesta.
Viaggiava con il sentimento del dubbio, della mancanza di fiducia totale in sé stessi, che si presentava sotto forma di un suo amico che era metà umano e per metà cane: le sue gambe infatti erano pelose come quelle di un Cocker e aveva le zampe al posto dei piedi.
Insieme a questi due uomini passai una serata in quel luogo della mente che rappresentava il mondo, che si presentò a me sotto forma di un cinema.
Il bel ragazzo seduto accanto a me e vicino al suo amico metà uomo e metà cane, invocò nel cinema il Signore della Morte.
Questo si presentò immediatamente nella forma di un terremoto che fece tremare le sedute.
Io non mi scomposi, mentre il ragazzo-cane uscì dal cinema e il bel ragazzo sobbalzò di paura di fronte al terremoto del Signore della Morte.
"Accoglilo", gli dissi, ma lui non era in grado di comprendere cosa significasse accogliere la Morte.
Così mi baciò.
Da quel momento pensavo di aver incontrato la mia anima gemella, tuttavia sentivo più profondamente che la sua comprensione non viaggiava sugli stessi binari delle profondità del mio vero Essere.
"Vediamo se sei capace di volare..." disse un giorno il bel ragazzo, credendo che non ne avessi la capacità, preso dalla sua personalità superficiale. Io nemmeno pensavo di esserne capace, ma mi gettai in mezzo ad una stanza vuota pensando di cadere, quando invece il mio corpo si librò leggero nel cielo e iniziai a volteggiare giocando, come una rondine d'estate. Nella mia anima scoprii il sentimento del nulla, un nulla così leggero e magico che mi sorreggeva nel volo. Mi sentii libera profondamente, come se le catene di moltissime incarnazioni si fossero dissolte in un nulla cosmico che aveva il gusto leggero dell' ignoto amorevole.
Il ragazzo, non potendo accettare questa magia che aveva visto compiersi davanti ai suoi occhi, se ne andò via su una nave, lontano, negli oceani più desolati.
Nonostante occupasse un posto nel mio cuore, lo lasciai andare e, mentre la nave salpava nelle vastità dell' oceano, mi trasformai nello Spirito del Pavonefarfalla, un immenso spirito di luce bianca che volava nel cielo e che andò a salutare il suo amato.
Lo Spirito del Pavonefarfalla era magico e di una potenza infinita, quel potere che solo la forza dell' intero Universo in equilibrio sa donare.
Era uno Spirito magico, consapevole e potente, libero nella sua essenza.
Il concetto di libertà espresso dal bel ragazzo non poteva esistere più insieme allo Spirito del Pavonefarfalla, che rappresentava la vera natura dell' Essere.
Nulla più era da ricercare, perché l' idea stessa del cercare qualcosa nasceva dal presupposto di non averla in sé.
Quello Spirito trasudava di magia cosmica e con un inchino salutò il suo amato.
Molto tempo dopo il bel ragazzo tornò a bussare alla mia porta, insieme ai suoi ideali di libertà e di perfezione spirituale. Io gli aprii di nuovo pensando di potermi fidare, ma lui inizio a giudicarmi e denigrare senza motivo.
Lo Spirito del Pavonefarfalla venne frainteso e dimenticato per qualche tempo.
Si presentò invece la visione di una piccola Scimmia appesa a testa in giù da un albero, che rappresentava la mente scimmia, l' identificazione con il corpo e tutto il suo condizionamento.
Mi sentii profondamente turbata, perché la mente passò da uno spazio infinito e pieno di potere dello Spirito del Pavonefarfalla alla visione minuscola e disobbediente della piccola Scimmia a testa in giù che ripeteva sempre le stesse cose.
Questo mi turbò così tanto da non riuscire più a dare attenzione al bel ragazzo.
Accadde così che incontrai la mia maestra spirituale sotto forma di una donna bionda e semplice che mi incontrò con queste parole: "sarà difficile per te stare con il bel ragazzo, perchè il suo viaggio richiede che sia accompagnato da un Maestro monista (uno di quei rari maestri che nel mondo insegnano l' unità di pensiero), altrimenti non conoscerà mai il tuo punto di vista".
Compresi dunque che il concetto di libertà e di perfezione spirituale causava separazione nel mio essere e che potevo lasciarlo di nuovo andare su quella nave che lo avrebbe accompagnato negli oceani più desolati.
Avrei potuto tornare così a rivedere l' unità e la connessione dell' Universo sotto forma dello Spirito del Pavonefarfalla che, volando alto nel cielo notturno e infinito, avrebbe potuto certamente accorgersi della piccola Scimmia qualora fosse intervenuta nella sua mente, accogliendola nell' ignoto del suo essere, come una madre che non vede l' ora di abbracciare ognuno dei suoi figli, come se li vedesse per l' ultima volta.
Il Signore della Morte che tanto spaventava il bel ragazzo, non era altro che un abbraccio amorevole di ogni invito negativo che attraversava la mente del Pavonefarfalla, così come di ogni ambizione di essere ancora qualcuno espressa dalla piccola Scimmia appesa a testa in giù.
La Morte era una dolce madre che lasciava cadere ogni illusione e ogni sofferenza, offrendo la vera vita che era lo Spirito del Pavonefarfalla incarnato in questo corpo, qui e ora.
Di fatto nessuno morì, se non le credenze illusorie e le idee che la mente Scimmia continuava a proporre nel corso degli anni, dei secoli e dei millenni.
La Morte era solamente il richiamo della Vera Natura della Mente a mostrarsi al di là di ogni vana illusione e dei giochi della Scimmia.
Morire significò solamente lasciare una falsa identità, guadagnando una libertà che mai avevo immaginato prima d'ora e che il ragazzo selvaggio non aveva mai nemmeno osato pensare.
Il Pavonefarfalla ero io e lui era me, da sempre lo era stato, ma me n'ero dimenticata. Da quel giorno mi fidai solo di lui, che creava dalla libertà vera e dall' infinito Amore che l' Universo intero nutre per tutti i suoi figli. Da quel momento iniziai a Vivere.
Chiara Fantini
Approfondimento:
Il pavone come Animale Guida Dona la capacità di trasformare in beneficio ciò che viene percepito come velenoso e dannoso, in positiva qualsiasi situazione negativa. Trasmette la fiducia primordiale della rinascita dopo la morte e promuove il risveglio interiore.







Commenti